​UNA FOTO ,MILLE IDENTITÀ,RECORD DI FALSIFICAZIONI PER IL SUO PROFILO SOCIAL

La denuncia di un consulente universitario alcamese .
“Con la mia immagine adescano donne sole”
PALERMO CRONACA– La Repubblica 
venerdì 21/04/2017

di Gioia Sgarlata
Nell’ultimo profilo social che gli è stato segnalato (apparso su viadeo.com)

 è Otoniel Lebròn Corral, francese a capo di una grande azienda. Ma su Facebook è apparso, tra gli altri, anche come Roberto Durant, Christian Guichard (di Nancy con casa a Toul), Lombardie Alberigo di Roma, Christopher Lupi (italofrancese con la mamma originaria di Parma) e centinaia di altre persone diverse, disseminate soprattutto tra Francia, Belgio e Italia. Già, perché lui — Massimiliano Titone, 47 anni,alcamese, consulente nel campo dell’orientamento scolastico e 

universitario — detiene il primato di uomo più “usurpato” d’Italia: le sue foto, infatti, sono state utilizzate per creare centinaia e centinaia di profili fake («oltre 4mila», dice lui). Lo scopo? Truffare donne sole e in cerca di affetto. Secondo un copione consolidato e da tempo sotto gli occhi degli investigatori: scegliere volti attraenti e rassicuranti per ottenere l’amicizia di donne potenzialmente in cerca di affetto, 

conquistarne la fiducia attraverso la chat con attenzioni costanti e prolungate per diversi mesi e poi inventando un’emergenza per farsi inviare del denaro. Un metodo dietro al quale, ha rivelato un’indagine internazionale di qualche anno fa, si nascondono vere organizzazioni criminali con base in Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria. 

Fatto sta che dal 2015, quando a Massimiliano Titone è arrivato il primo 

“messaggio strano” come dice lui, la sua vita è stata completamente stravolta. «Non ho pace — racconta — ci sono state donne che sono venute a trovarmi persino sotto casa perché indagando sono riuscite a trovare il mio indirizzo. Ad ogni ora del giorno e della notte ricevo segnalazioni di nuovi profili falsi con le mie foto. O messaggi di signore �che vogliono risposte o che chiedono di conoscermi per raccontarmi la 

loro storia». 

In un’ora ne arrivano almeno una ventina. Su You tube, proprio ieri ha postato un appello a chi è vittima di truffe sul web: «Rivolgetevi alla polizia postale non credete a nessuno, neppure a me». Mentre su Fb ha aperto un profilo in cui denuncia di essere vittima di fake. Qui pubblica tutte le segnalazioni dei profili falsi che gli arrivano e che lo tirano in ballo.

 E risponde anche a chi lo accusa di essere in cerca di notorietà. 

«Come mi sono accorto di quanto stava accadendo?», dice. «Tutto ha inizio due anni fa — racconta — quando su Fb una donna mi scrive: hai finito di giocare? Non l’avevo mai vista prima: le ho chiesto chi fosse e a cosa si riferisse e le ho dato anche il mio numero di telefono proprio per dimostrarle che non avevo niente da nascondere. È stata lei 

dopo lunghe discussioni ad aprirmi gli occhi. In pratica aveva avuto contatti per mesi con un utente Fb che utilizzava le mie foto nel proprio profilo. A un certo 

punto quest’uomo le aveva chiesto dei soldi e non ottenendo risposte, 

era scomparso. Così lei aveva fatto una ricerca su Google e aveva trovato 

le stesse foto di quell’uomo anche sotto il mio nome». La prima contromisura di Titone è segnalare l’anomalia a Fb che blocca il profilo 

fake. Ma la storia si ripete sei mesi più tardi con altre segnalazioni che 

raccontano più o meno la stessa vicenda. Sui falsi profili ci sono foto scattate da Titone in macchina, video mentre va allo stadio con gli amici, scatti con i suoi nipoti. Molti messaggi sono scritti in francese, altri arrivano da varie parti d’Italia e da donne truffate: Genova, Legnano, Roma. 

Titone è single e per lavoro viaggia molto. A febbraio 2016, si trova a � Roma. Qui incontra una donna che era stata truffata e prova a presentare denuncia alla polizia postale, ma viene reindirizzato in Sicilia. 

Ed è al commissariato di Alcamo, il 5 maggio del 2016 che mette tutta la sua storia nero su bianco davanti a un funzionario di polizia. Una storia raccontata di recente anche dalla trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto” che contro le “truffe romantiche”, come sono state soprannominate, ha avviato una vera campagna di informazione. Il 4 aprile scorso Titone ha presentato una nuova denuncia anche alla polizia postale di Palermo, aggiungendo «l’esistenza sul web di documenti contraffatti», «carte di credito» che esibiscono la sua foto e persino la pubblicazione del suo numero di telefono su un sito pornografico accanto al nome di una donna. Lo screenshot dell’annuncio compare anche sulla pagina “Massimiliano Titone vittima dei fake”. «E le telefonate ad ogni ora del giorno e della notte — denuncia — non si contano�.

037/17 – Truffe affettive: Massimiliano TITONE, l’italiano più usurpato d’Italia era mercoledì scorso a CHI l’HA VISTO !!

Oltre ad avergli rubato foto e video, le bande dei criminali del web, gli hanno pure usurpato l’identità per confondere ancor più le acque a chi indagava sul suo conto. E così molte donne hanno creduto fosse proprio lui, in persona, il vero truffatore sentimentale. Ma ora il mistero è stato chiarito dallo stesso Massimiliano TITONE e da due donne con lui in trasmissione a CHI L’HA VISTO , mercoledì 12 aprile 2017 .

ACTA già se ne era occupata nel 2015. Ecco cosa scrivemmo , pubblicando una sua foto col calciatore PIRLO, nel nostro profilo FB (poi bannato e del quale attendiamo ancora notizie in merito all’esposto in procura e all’FBI ) : CHI L’HA VISTO ? Chi è il personaggio a fianco del calciatore italiano ANDREA PIRLO ?   Forse qualcuno lo conosce e se dovessimo ricevere comunicazioni al riguardo, potremmo avvertire l’uomo dicendogli che le sue foto e quelle dei suoi bimbi (a viso scoperto) sono pluri-usurpate dai truffacuori del web, i quali le utilizzano per poter rubare sentimenti e soldi a ignare vittime, attraverso ruffe romantiche, sentimentali o affettive. Anche noi abbiamo usurpato il titolo della storica trasmissione della RAI sulle persone scomparse “CHI l’HA VISTO” ma abbiamo imitato il titolo a fin di bene e per meglio svolgere il nostro ruolo sociale. Sicchè, a breve, pubblicheremo sul nostro profilo FB https://www.facebook.com/profile.ph… a corredo di questa nota n. 47 e del video già pubblicato nel settembre 2015, l’album “GABRIEL NICOLAS”, nominativo italiano-spagnolo, utilizzato dai truffatori per circuire donne italiane.”

Da tempo avevamo intuito che con CHI l’HA VISTO, il fenomeno delle truffe affettive avrebbe acquisito la corretta visibilità desiderata , ma certo non potevamo immaginarci che a soli 4 mesi dai suoi intelligenti e incisivi servizi , i truffatori prendessero poi parola sul web. In effetti , l’instancabile e coraggioso Ercole Rocchetti che da dicembre si occupa incessantemente di questo fenomeno di portata mondiale dice “siamo riusciti ad allertare molte persone ed ora i truffatori ghanesi riescono con gran fatica a raggirare le persone e ce l’hanno a morte con noi. Per paesi come Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio, le truffe rappresentano una delle maggiori entrate economiche per decine di migliaia di giovani africani, organizzati in vere bande criminali“.

E per combatterli ed annientarli digitalmente sul web, anche ACTA continua ad usare ogni mezzo, purchè legale. Per esempio Ketty Increta ed altre “cacciatrici di truffatori seriali” tessono intense relazioni epistolari con costoro, facendo così perdere loro tempo prezioso che viceversa avrebbero dedicato per mettere a frutto i soliti raggiri. vedi “Lotta antiscam: Chi di juju ferisce di juju perisce…http://www.kettyincreta.it/senza-categoria/1929/lotta-antiscam-chi-di-juju-ferisce-di-juju-perisce.html

Ma rispetto alla nutrita e documentata trasmissione di mercoledì scorso, è stato molto significativo il servizio girato a Torino alla Guardia di Finanza che ha spiegato l’abilità di queste bande nel colpire i soggetti malcapitati. Il tenente colonnello Ivan Bixio ha poi illuminato sulla natura di queste organizzazioni che fa pensare che “le bande siano sempre le stesse nonostante le linee dei soldi siano diverse. Ci sono stati 10 arresti di ” falsi principi azzurri” e due erano italiani, arrestati tutti nel 2012. Avevano raggirato vittime statunitensi venute a Torino più volte per incontrare quello che credevano fosse il loro “amato”. A conferma dell’abilità dei truffatori nell’ingegnare sempre nuove astuzie a discapito delle due americane, la GdF ha rilevato che le donne continuavano ad inviare soldi nonostante la delusione di non averlo mai incontrato. La truffa più rilevante fu di un milione di dollari e gli intermediari locali (nigeriani) si trattennero solo il 5 per cento. I soldi servivano per finanziare attività malavitose (droga, tratta, terrorismo e contrabbando di organi ecc.)

Molto interessante l’intervista a Letizia Mollo che ha creato a Rimini un gruppo di lavoro e un sito internet di prevenzione truffe, dopo essersi resa conto della mancanza di informazioni in italiano

Anche i servizi riportati hanno messo in evidenza come i truffatori abbiano “ben compreso quanto sia remunerativo lucrare sui sogni d’amore delle persone , disposte a inviare ingenti somme di denaro” e come sia importante modificare le loro strategie di conquista. Per esempio, ora che hanno scelto l’Italia, come terreno di caccia , assumono nomi e cognomi italiani e improntano le loro discussioni su ciò che piace di più: il cibo, il mangiar sano, il vino e la cucina italiana.

Guardate il servizio

merc12 aprile 2017 da 01h 52′ 52”merc12 http://www.raiplay.it/video/2017/04/Chi-l-ha-visto-ffa467d2-31a9-4580-92dd-2084f126e99d.html

Torino 16 aprile 2017

036/17 – MEDIASET incomincia con DOMENICA LIVE a parlare della truffa dell’amore, ma il termine più appropriato è truffa affettiva

Dopo la ” truffa del soldato” spiegata con un video il 26 marzo 2017 http://www.video.mediaset.it/video/domenica_live/full/puntata-del-26-marzo-prima-parte_704408.html , DOMENICA LIVE ritorna sull’argomento durante una nuova puntata, andata in onda il 09 aprile 2017 http://www.video.mediaset.it/video/domenica_live/full/puntata-del-9-aprile-prima-parte_709279.html.

La partecipazione di ACTA al talk show è risultata essere una scelta efficace perchè si continua far arrivare ad un più alto numero di persone il messaggio che spiega cos’è la truffa affettiva e il conseguente isolamento sociale. Questa spregevole tipologia di raggiro è ancora poco compresa dalla gente e dai media forse perchè approdata in Italia solo qualche tempo fa. Eppure è un problema di portata mondiale e, sembra che prima ancora di americani e inglesi siano stati i francesi ad aver avuto, per primi, l’assaggio a dosi massicce di questo fenomeno. Già intorno al 2006, 2007 avevano battezzato col termine “brouteurs” questi truffacuori , il cui “lavoro” assai redditizio si serve, appunto, della vulnerabilità, del buon cuore e della solitudine di molti occidentali.  Questa  tipologia di frode informatica viene denominata in diversi modi: truffa alla nigeriana (perchè è da lì che è partita), oppure  romance scam, escroquerie-love ecc.

Per quanto riguarda la puntata, noi di ACTA siamo state assai incisive , nonostante il tipo di trasmissione che predilige l’audience all’approfondimento. In quel contesto, siamo comunque riuscite a fronteggiare adeguatamente l’opinionista Pierluigi Diaco che, nello svolgere il ruolo di provocatore, ha suscitato “una significativa querelle”. In queste trasmissioni si preferiscono le “risse verbali” a discorsi noiosi e melensi, ma mettere alla gogna mediatica chi cade nelle truffe affettive ci è sembrato eccessivo. Abbiamo fatto emergere che apostrofare le vittime come credulone, stupide e ingenue non fa altro che suscitare una reazione di chiusura nel proprio dolore e rendere più ardua la denuncia alle autorità preposte. Risultato: il trionfo dei malfattori che continueranno incessantemente il loro sporco e lucroso lavoro infame.

Tuttavia, dobbiamo ringraziare la conduttrice che ha sostenuto le nostre verità in modo da riuscire a ridurre i rischi negativi che questo tipo di programma televisivo poteva riservare. Barbara D’Urso, con delicatezza e intelligenza, ha evitato di far passare i messaggi fuorvianti gridati da Diaco. Non abbiamo bisogno di superficialità urlata da parte di chi, pur non conoscendo l’argomento, si erge a giudice offrendo messaggi fuorvianti ed offensivi.

Brava la marescialla dei Carabinieri Giulia Perna ad esporre il VADEMECUM sulle truffe ma, secondo noi, è stata troppo prudente rispetto al problema sollevato in trasmissione “della polizia che arresta i truffatori e dei magistrati che finiscono con il metterli in libertà” . Questo è un argomento che andava sviluppato meglio perchè i magistrati applicano le leggi elaborate dai politici, i quali per non finire in galera loro stessi mettono in libertà anche tutti gli altri.

Bravo anche Rosario Trefiletti , Presidente di Federconsumatori, il quale, distinguendo tra truffe che fanno leva su buoni sentimenti delle vittime e quelle che puntano su una eventuale loro avidità di denaro, ha voluto far passare il concetto di maggior solidarietà verso le prime. Sarebbe auspicabile, in ogni caso, più solidarietà verso tutti coloro che cadono nella trappola delle truffe. Ed invece, sembrerebbe che provare una certa forma di “simpatia” verso i truffatori sia una prerogativa della società italiana, sempre pronta a strizzare l’occhio ai lestofanti e a deridere le malcapitate vittime.

Quando si partirà dal presupposto fondamentale che le vittime sono soggetti da tutelare e proteggere SEMPRE e che è il delinquente quello che si deve condannare?.

Quando si capirà che invitare opinionisti superficiali non aiuta a trasmettere correttamente le notizie sulle truffe affettive?

A complemento dell’articolo si invita a leggere – L’opinionista della domenica! Sottotitolo: quando persino i truffatori conoscono le donne (e sono più sensibili) di certi“giornalisti”! del 10 aprile 2017 | di: Ketty Increta

http://www.kettyincreta.it/amore-e-dintorni/1908/lopinionista-della-domenica-sottotitolo-quando-persino-i-truffatori-conoscono-le-donne-e-sono-piu-sensibili-di-certigiornalisti.html

Torino, 14 aprile 2017

Lotta antiscam: Chi di juju ferisce di juju perisce…

www.kettyincreta.it/senza-categoria/1929/lotta-antiscam-chi-di-juju-ferisce-di-juju-perisce.html

In west Africa  dopo aver scop­erto gra­zie alla dif­fu­sione della tec­nolo­gia,  che non è nec­es­sario pren­dere una pis­tola e recarsi in banca per fare una rap­ina quando comoda­mente davanti a un Pc si pos­sono truf­fare le per­sone, sic­come capita anche che le vit­time pro­prio non sem­pre ci caschino, allora gli scam­mers detti anche sakawa boys ricor­rono ai ju ju (ovvero a dei riti di magia nera) per propiziarsi la for­tuna nelle truffe.

Avendo dal web appreso ciò,  nelle ultime attiv­ità di cac­cia agli scam­mer, non essendo pos­si­bile denun­cia­rli e farli arrestare ho provve­duto anch’io a far loro dei ju ju o meglio (visto che non credo asso­lu­ta­mente a questi riti trib­ali) a dirgli di aver­glieli fatti. I risul­tati sono stati esi­la­ranti! Tant’è che ci si potrebbe quasi fare un film!

La con­ver­sazione con il mio scam­mer, che con­trari­a­mente alla prassi comune, era alquanto impaziente e mi ha pro­posto di inviar­gli dei soldi quasi subito (di solito ci met­tono 2 mesi min­imo, ma questo nel nel giro di 2 giorni è venuto al sodo)  è stata in sin­tesi questa:

Pre­sen­tazione, (qui ha commesso il primo errore, a parte quelli ortografici.…crisi d’identità o con­fu­sione nel copia incolla?):

well, my names are Michael smith and i am from USA but cur­rently work­ing here because Afghanistan i work in the US-Army and we are here for peace keep­ing mis­sion.

My names are ? Quanti nomi ha questo?

well, my names are Michael smith and i am from USA but cur­rently work­ing here in africa and we are here for peace keep­ing mission,

well, my names are Michael smith and i am from USA but cur­rently work­ing here in africa in a con­stru­tion company

S

orry, you work in Africa or in Afgan­istan? I don’t under­stand

!

africa

But I don’t under­stand, before you wrote me you are a sol­dier  in Afghanistan For peace keep­ing? Are you confused?

my lap­top is bad my dear

Tralas­cio di scri­vere qui tutta la con­ver­sazione lacrimev­ole dove mi dice che il figlio ado­les­cente e amer­i­cano come lui si trova in un col­lege a Dubay (ma quanti stu­denti amer­i­cani ci sono a Dubai?) che sta male e neces­sita di un trapianto di rene e che lui invece si trova in Nige­ria e non può man­dar­gli i soldi per l’intervento allora devo man­dar­glieli io…ecc ecc. e ci vogliono 9500 euro allora mi stanco della con­ver­sazione  e passo alla fase più divertente:

Game ova! I Know who are you sakawa boy! I can see you Gioco finito! so chi sei Sakawa boy!

What do you mean Cosa vuoi dire?

Eyu       ehi tu

Yu are a Game Boy Tu sei un ragazzo gioco (sinon­imo di  scammer)

my dear why will you say that to me?     per­ché dici questo mia cara?

Because I dey know Per­ché conosco loro

U anda­s­tand me brada? Capisci fratello?

I kn     Io so

I Know every­thing  Io so tutto

What do you know? Cosa sai?

I don’t under­stand what you mean by that Non capisco cosa vuoi dire con questo

Am a Ju ju woman Sono una ju ju woman  (una che fa il malocchio)

You will die next week    Mori­rai la prossima settimana

I did a rit­ual against you (ho fatto un rit­ule con­tro di te)

You are done (sei spacciato)

Why will I die? Per­ché morirò?

Because i did a juju against u Per­chè ho fatto un rito di magia nera con­tro di te

U anda­s­tand Capisci?

?????

If

you want to live you have to sand me 9500 euros Se vuoi vivere devi spedirmi 9500

Oth­er­wise you will die next thursda Altri­menti mori­rai il prossimo giovedì

Il tizio dev’essersi spaven­tato,  per­ché sono seguite alcune video chia­mate su mes­sangers ma avendo stu­di­ato l’inglese nige­ri­ano nelle per­for­mances di Mad Shads e pronta­mente otturato la web cam mi esi­bivo in una ter­ri­f­i­cante risata con rel­a­tiva frase in inglese/nigeriano:

iu uill dai thurs­daa! ah ah haa  (mori­rai giovedì ah ah aha)

Ps: Non so se è mer­ito della magia nera o dell’intensa attiv­ità medi­at­ica che sti­amo svol­gendo con Acta ma abbi­amo saputo da fonti molto attendibili, che in Ghana si lamen­tano di non rius­cire a truf­fare molti ital­iani                                                                                       Se usate questo metodo con i vostri scam­mer fatemi sapere come va!

L’opinionista della domenica! Sottotitolo: quando persino i truffatori conoscono le donne (e sono più sensibili) di certi“giornalisti”!

Oggi 2 espo­nenti dell’ACTA, Asso­ci­azione con­tro le truffe affet­tive, sono andate in una trasmis­sione di Bar­bara D’urso su canale 5 per par­lare di Romance Scam. (non io, in certe trasmis­sioni vogliono solo vit­time paganti e io non ci ho rimesso soldi, quindi non mi vogliono).

Premetto che prima di parte­ci­pare a tale trasmis­sione abbi­amo dis­cusso a lungo se farlo o meno, prima di tutto per­ché è dif­fi­cile reperire donne che pub­bli­ca­mente vogliano esporsi per un argo­mento così del­i­cato e poi per­ché sap­pi­amo che in alcuni con­teni­tori finisce che per fare odi­ence devono nec­es­sari­a­mente perdere di vista l’obiettivo prin­ci­pale (che dovrebbe essere quello di fare infor­mazione) e finis­cono invece per  ridi­col­iz­zare le stesse vit­time delle truffe, che tanto altru­is­ti­ca­mente e  cor­ag­giosa­mente si espongono.

Con­sid­er­ato che questo tipo di palins­esti ven­gono seguiti da un tar­get molto popo­lare abbi­amo comunque deciso di cor­rere qualche ris­chio con­sapevoli che l’unico modo di arginare il fenom­eno delle romance scam è comunque quello di par­larne il più pos­si­bile, soprat­tutto e ancor di più con le fasce meno istru­ite e più deboli della popolazione.

Purtroppo però, anche oggi così come  in altre trasmis­sioni tv, c’era l’opinionista di turno tale gior­nal­ista Pier­luigi Diaco, il quale non si è astenuto dal dif­fondere perle di saggezza e con­sigli di vita per­al­tro non richi­esti alle nos­tre due esponenti.

Lo stesso nell’ambito delle sue poche bat­tute (oltre­tutto poco diver­tenti) è rius­cito a trasferire più con­cetti fuorvianti:

1) Siete milf e per­tanto molto richieste.

2) Non state in inter­net andate fuori.

Con questo, non solo ha but­tato tutto in “caciara”, facendo perdere alla trasmis­sione l’occasione di pre­venire  questo odioso crim­ine infor­mando poten­ziali vit­time, ma ha inoltre dimostrato di conoscere le donne e la rete meno degli stessi scam­mer, anche se questi ultimi non sono, come lui, ben edu­cati e istru­iti par­i­olini ma peri­colosi crim­i­nali dediti al rag­giro al fine di farsi con­seg­nare denaro.

Infatti, al con­trario di lui (ma a dire il vero anche di molti uomini occi­den­tali) gli scam­mers sanno che alle donne, pro­prio per la facil­ità di otten­erlo, poco inter­essa il sesso, infatti colpis­cono e rag­gi­rano le loro vit­time di sesso fem­minile facendo leva non su questo punto ma su sen­ti­menti di bontà, di sol­i­da­ri­età di fratel­lanza e del tipico senso di cro­cerossismo fem­minile, dando loro, anche se solo vir­tual­mente, ciò di cui neces­si­tano, ovvero affetto,  gen­tilezza, roman­ti­cismo, amore…un sogno.

Per le com­pe­tenze psi­co­logiche che hanno sono così in grado di fare brec­cia su alcuni mec­ca­n­ismi cel­e­brali che inducono la vit­tima alla “volontà di credere” alla pos­si­bil­ità di credere di poter appunto real­iz­zare un sogno.

Chi cade vit­tima di ciò non si deve ver­gognare per­ché desider­are e sognare l’amore  fa parte dell’essere umano e non deve nem­meno nascon­dersi per­ché è impor­tante par­larne, così come stanno facendo le espo­nenti di Acta, oltre che per una sorta di ter­apia col­let­tiva, per pre­venire il fenom­eno impe­dendo ad altri di essere truffati.

Quanto all’affermazione di Diaco: “Non state in inter­net andate fuori” è bene pre­cis­are quanto segue:

1) Non vi è una dif­ferenza tra den­tro è fuori dalla rete, per­ché oggi inter­net è social, le per­sone sono le stesse che si potreb­bero incon­trare sul bus, al mer­cato, in dis­coteca ecc ecc. La rete è un comodo sis­tema per man­tenere i con­tatti tra per­sone che si conoscono nella vita reale (si pensi alle mamme della gen­er­azione Eras­mus che pos­sono avere notizie dei pro­pri figli anche a dis­tanza pro­prio gra­zie alla rete o alle nonne che pos­sono videochia­mare i nipo­tini con mezzi come skype).

2) Oggi una relazione sen­ti­men­tale su tre nasce in inter­net, non solo le star ma anche comuni cit­ta­dini si fidan­zano conoscen­dosi in rete e spesso tali relazioni fun­zio­nano meglio, per­ché nascono da affinità elet­tive e non dall’attrazione fisica che si può avere in un incon­tro nella vita reale, con per­sone che mag­ari tra di loro sono poco affini e com­pat­i­bili. Tramite la rete si può fare e rice­vere sol­i­da­ri­età, si pensi alla rapid­ità con cui la rete si orga­nizza in caso di dis­gra­zie o calamità, ad esem­pio gli ultimi ter­re­moti, per far giun­gere nel più breve i soc­corsi e gli aiuti. Tramite inter­net si pos­sono stu­di­are le lingue straniere, o rice­vere infor­mazioni di ogni genere, sapere cosa suc­cede dall’altra parte del mondo ecc ecc. Tramite la rete ho incon­trato qualche scam­mer ma anche molte per­sone spe­ciali tra cui ad esem­pio le due pro­tag­o­niste di oggi Jolanda e Silvana

3)  Per chi non ha red­dito o vive di un modesto impiego, le cui entrate a volte non sono nem­meno suf­fi­ci­enti a coprire le spese di casa, uscire è un lusso che non sem­pre ci si può per­me­t­tere. Facile incon­trare amici e anime gemelle se non si hanno prob­lemi a spendere per le vacanze, per cir­coli esclu­sivi o per i ris­toranti. Vero caro #Diaco?  Per non par­lare del fatto che alle donne di una certa età, a causa della carenza di servizi pub­blici, spesso manca il tempo per­ché tocca loro il peso della cura e assis­tenza della famiglia, degli anziani, dei nipoti e dei malati e che spesso inter­net è l’unico modo per affac­cia­rsi sul mondo e fug­gire un po’ dalla quo­tid­i­an­ità. Vogliamo toglierci anche questo?

Forse sarebbe meglio con­cen­trarsi sul dare esatte infor­mazioni: Il fenom­eno delle romance scam già conosci­uto anegli USA e in Canada da oltre un decen­nio, si è dif­fuso in Italia solo negli ultimi 2 anni, com­plici le nuove tec­nolo­gie (oggi chi­unque anche con un tele­fonino da pochi euro può nav­i­gare in Inter­net men­tre prima l’uso della rete era preva­len­te­mente ded­i­cato agli addetti e per motivi pro­fes­sion­ali), ma anche la dif­fu­sione delle reti wifi e l’accesso a inter­net anche di fasce non par­ti­co­lar­mente infor­mate di cit­ta­dini. Il ris­chio è che la casalinga, il pen­sion­ato, le per­sone poco istru­ite, o poco smal­iziate,  che non dispon­gono di oppor­tune conoscenze,  attra­verso la rete pos­sono, oltre a favorire la loro social­ità, in maniera più o meno con­sapev­ole, aprire un varco ai delin­quenti crim­i­nali e truffa­tori di ogni genere. Ma sic­come il world wide web è più utile che peri­coloso dob­bi­amo solo dif­fondere le infor­mazioni in modo da gustarci i van­taggi e impedire gli usi impro­pri! Nes­suno per esem­pio ha mai messo in dub­bio l’utilità o l’utilizzo del martello solo per­ché con esso si sono com­piuti degli omi­cidi, non ti pare caro Diaco?

Ps: Spesso capita di vedere nelle trasmis­sioni tele­vi­sive gente pagata come opin­ion­ista che non sa di cosa si sta par­lando, ma se siete pagati non dovreste almeno infor­marvi pre­ven­ti­va­mente degli argo­menti in scaletta? Pro­fes­sion­al­ità ci vuole, che diamine!

035/2017 – Truffe affettive. E’ allarme sull’utilizzo del Bitcoin, il riciclaggio invisibile

Il riciclaggio del denaro coinvolge anche il fenomeno delle truffe. Già due anni fa la Guardia di Finanza di Torino aveva aperto questo filone, quando dovette indagare su una famosa truffa sentimentale americana che portò all’arresto di una ventina di soggetti, quasi tutti di origine nigeriana.
L’ invio del denaro richiesto dai truffatori transnazionali che manovrano le truffe affettive, è sempre avvenuto finora, attraverso i circuiti WESTERN UNION, MONEY GRAM e qualche volta con BONIFICI BANCARI e la Guardia di Finanza poteva seguirne le piste. Ultimamente, invece, abbiamo avuto segnalazioni da parte di alcune vittime, dell’utilizzo per le truffe sentimentali del BITCOIN, moneta virtuale convertibile ovunque e che non lascia tracce.
In poche parole, è possibile acquistare apposite schede dal tabaccaio o in Internet ed operatori, utenti e luoghi di provenienza/destinazione del denaro restano totalmente anonimi tanto che investigatori e inquirenti non hanno più un “bersaglio” da colpire.
Sorgono allora delle domande: com’ è possibile tutto questo? Dov’è finito l’obiettivo di facilitare la trasparenza e le azioni della GDF ? Come si proteggono le persone oneste?
Il mondo sta forse andando al contrario?

034/2017 – Truffe affettive e Guardia di Finanza

Sulla questione delle truffe affettive che rappresenta sempre più un fenomeno ad ampia e progressiva diffusione, oltre alla Polizia Postale è attiva anche la Guardia di Finanza.
A Novara, per esempio, hanno avuto luogo delle conferenze, dove sono intervenuti il Colonnello Casadidio Giovanni, la psicoterapeuta Caterina Signa, l’avv. Maurizio Cardona e altri relatori.
Qui di seguito i link di IMG Press, Ok Novara, Il venerdì di tribuna e l’ intervista a Maurizio Cardona su “La Voce” quotidiano on line
Torino 1 aprile 2017

033 – I PERICOLI DEL WEB, trasmissione MI MANDA RAI TRE del 17 MARZO 2017

Le donne che credono alle promesse d’amore sul web sono deboli? Sono stupide? NO , sono donne su cui il concetto di FIDUCIA ha fatto breccia e per questo si sono rese disponibili ad aiutare una persona conosciuta online.
Lo suggerisce Salvo Sottile quando, introducendo l’argomento, presenta la fotografia del chirurgo ortopedico, rubata dal truffatore che ha raggirato Silvana Cillo : un uomo che ispira fiducia e sicurezza , si esprime con frasi tutt’altro che banali , colto, con ragionamenti profondi e buoni principi, mai volgare. Fa parte dell’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e in Siria e cura le vittime della guerra in un centro profughi.
Molte donne, anche colte e di successo,sono attratte da un uomo con queste belle qualità.
Il pensiero di ACTA su alcune frasi fuorvianti
Se non si conosce questo tipo di raggiro è facile cascarci e, noi di ACTA, non siamo d’accordo su alcune tesi proposte dall’Avvocata Annamaria Bernardini de Pace, la quale afferma che “non è un gesto giusto” nel 2017 fidarsi di una fotografia e di messaggi, e che le donne sono cambiate.
L’avvocata sa che sono migliaia le donne che vengono raggirate in tutto il mondo occidentale da questa nuova tipologia di truffa che fa leva sui sentimenti? E conosce i meccanismi psicologici e sociali che stanno dietro tutto ciò? Inutile pontificare dall’alto di una presunta conoscenza del fenomeno : il primo passo dovrebbe essere cercare di capire perché donne e uomini (sì…anche loro ) cadono in queste trappole, poi ammettere che il fenomeno esiste ed è più vasto di quello che immaginiamo e, infine, pensare sia alle giuste contromisure per arginarlo che ai modi per aiutare e salvare chi è stato/a truffato/a.
Frasi come quella della Bernardini de Pace hanno il sapore del giudizio, qualcosa di cui nessuno ha bisogno e soprattutto le vittime : ne limitano la già così difficile uscita allo scoperto e diventano un ulteriore macigno per una psiche fortemente provata. Dispiace che frasi come questa arrivino proprio da una donna.
E’ evidente che nel 2017 siamo ancora TUTTI ingenui e impreparati di fronte ad un mondo vastissimo e oscuro come appare il web,di cui iniziamo solo ora a capire,oltre alle smisurate possibilità, quali brutte sorprese possa riservare. Sono tante le categorie di persone,diverse per età e genere , che cascano in truffe e raggiri e non hanno ancora gli strumenti adatti per riuscire a difendersene.
I dati della Polizia Postale mostrati in trasmissione dimostrano che il fenomeno è estesissimo e, in tutte le sue sfaccettature, allarmante e spaventoso.
I giovani sono più smaliziati? Sicuramente sanno utilizzare meglio il web, ma proprio loro devono fare ancora più attenzione ai rischi che vi si nascondono, imparare a non esporsi. Chi può metterli in guardia? ” I genitori” , sostiene Bernardini de Pace. Ma noi ci chiediamo come sia possibile insegnare se la conoscenza del mondo virtuale è scarsa e, molto spesso, sono proprio gli adulti a cadere in queste trappole.
Come difendersi dalle insidie della rete
La Vice Questore della Polizia Postale Elvira D’amato , tra le altre cose, spiega bene come proteggersi quando si è in rete. La mancata estorsione sessuale ai danni del Senatore Franco Conte e del giornalista Fabio Juliano che ha finto di farsi ricattare dai truffatori del web ,ci apre gli occhi su fenomeni che possono diventare pericolosi per la propria immagine e la propria reputazione.
E’ bene sapere che le nostre immagini potrebbero essere utilizzate non solo per truffare, ma anche per insultare. Ne è un esempio, l’utilizzo della foto dei festeggiamenti dopo la tesi di laurea di una ragazza, Laura De Felice che , grazie all’ “angelo custode” Jacopo, viene a conoscenza dello sconcertante fenomeno dei gruppi segreti in Fb, che commentano foto di ragazze ignare e insultano con espliciti e volgari riferimenti sessuali, inneggiando in alcuni casi alla violenza.
L’esperto web Gianluca Comandini sottolinea che le nostre foto, il nostro pensiero e la nostra identità , sono duplicabili infinite volte, tanto da non averne più il controllo, per cui impostare la tutela della propria privacy in internet e fare selezione all’ingresso diventano basi di protezione personale imprescindibili.
Ma allora, ora che ne conosciamo i pericoli, è meglio star fuori dal web, rinunciarvi?
Meglio conoscerlo e poi,eventualmente,scegliere di non usarlo,altrimenti si rischia di essere tagliati fuori e non essere al passo con la modernità.
Possiamo, quindi, ancora una volta affermare che trasmissioni come questa sono necessarie e fondamentali sia per informare coloro che utilizzano solo la tv come mezzo di informazione, sia per coloro che, utilizzando prevalentemente il web,lo ritengono l’unica fonte dispensatrice di verità.
In fondo è questa la missione del servizio pubblico.
Per vedere il video cliccare https://www.facebook.com/pg/ACTA-Lo…
Torino 30 marzo 2017

032 – Consigli di un educatore digitale per riconoscere i truffatori

Non solo siamo convinti che i cyber truffatori seriali affettivi operino in gruppi organizzati transnazionali, ma riteniamo addirittura che si dedichino pure ad altre tipologie di raggiri, di tipo economico dai quali ottengono documenti e dati sensibili utili per mettere a segno sia truffe sentimentali che le estorsioni sul web. Insomma, si tratta di un web businnes del malaffare che potremmo denominare un vero trufficio. Questo articolo di Massimo Cappanera, educatore digitale e blogger (che pubblichiamo integralmente) è indicativo perchè fa riflettere e ci indica come “Capire se è un truffatore. Ecco 9 metodi semplici semplici “ (s.d.) http://www.massimocappanera.it/capi…
Credo che fino ad ora in un anno e mezzo gli articoli che parlano di truffe in questo blog abbiano ricevuto circa 1500 commenti da parte di contributori e, ahimé, molte vittime. Gira e rigira, però, ho notato che molte persone ancora non sanno individuare le caratteristiche tipiche di un truffatore. A volte si tratta di dettagli così palesi (quando lo sai) da essere paradossalmente ignorati. In questo articolo scoprirete quali sono i principali. (E qualora ne volessi suggerire uno, scrivimelo nei commenti, che lo aggiungerò alla lista…)
Capire se è un truffatore? La prima cosa da fare è…
…ovviamente cercare su google il nome del tizio, il numero di telefono, controllare su Google Earth l’indirizzo…insomma, fare una bella indagine online per vedere se è già stato segnalato da qualcuno. Due note, a tale proposito:
a) trovare il nome di qualcuno e un commento in stile “Mi aveva detto che l’oggetto era rosa, invece è fucsia! E’ un truffatore!” è diverso da da “mi ha rubato 1000 euro e lo stesso ha fatto con altre trenta persone in tutta Italia”. Il primo può essere un fraintendimento, il secondo no. Ciò spiega perché anche in questo blog raramente approvo nomi di italiani e li tengo per me, per poi mettere in contatto più gente truffata qualora i nomi spuntassero in più segnalazioni, così da intraprendere un’azione congiunta.
b) l’assenza di menzioni negative online non è prova di onestà, anche perché da quando si è diffusa questa buona prassi soprattutto gli italiani tendono a saltare di palo in frasca con nuove identità (gli stranieri invece se ne fregano altamente, vedi i soliti nomi delle truffe della Costa d’Avorio), ma è pur sempre un buon tentativo.
La persona non spunta ma qualcosa continua a non quadrarti? Veniamo ai casi più palesi per capire se è un truffatore:
1. “Pagami sulla postepay di mia moglie/zia/vicina di casa brasiliana perché la mia l’ha mangiata il cane”
Frequentissimo. Io mi chiamo Marco Rossi ma voglio essere pagato sulla postepay di mia moglie/amante/vicina/zia Jasmine Akbat…ma anche se fosse Francesca Bianchi…o qualunque altro nome…non è strano? Non bisogna credere alle varie scuse del cane che l’ha mangiata, della carta scaduta o smarrita, del fatto che gli sia stata clonata e bla bla bla. Sono tutte panzane. Se io ho interesse a vendere (onestamente) online, faccio un salto alle poste e me ne faccio fare una a mio nome. Se proprio sono masochista, sia chiaro. Come scritto nel mio articolo “Ecco i metodi più sicuri per pagare su internet” la ricarica postepay è l’anticamera della truffa. Mi scusi chi la usa onestamente ma ribadire il contrario è come dire che la Western Union è un metodo di pagamento trasparente e poco usato dai truffatori. Ditelo a chi spedisce ogni giorno migliaia di euro in Costa d’Avorio senza poterli più avere indietro.
Chi dice di effettuare un pagamento a una carta intestata a un’altra persona lo fa nel 99% dei casi in modo tutt’altro che lecito. Non avete idea del numero di documenti clonati o delle carte intestate a persone perfettamente ignare che girano. Tanto se vengono “bruciate”, si passa alla successiva. L’unico modo certo (e nemmeno, vedi truffe in autogrill) è il sano detto “pagare moneta, vedere cammello“.
Ripetete con me:
a) non effettuerò per quanto possibile mai un pagamento a una persona (nei vari siti è diverso, per ovvie ragioni) con Postepay
b) non effettuerò MAI un pagamento a una persona con Postepay intestata a qualcun altro
c) non effettuerò MAI E POI MAI E POI MAI un pagamento a una persona con Postepay intestata a qualcun altro che è pure di un’altra nazionalità
2. “Purtroppo non posso consegnarti l’oggetto di persona perché sono allergico ai raggi gamma del sole e non posso uscire dalla cantina…”
Ovviamente si rinuncia all’incontro di persona perché l’oggetto non esiste. Come già scritto in un altro articolo dedicato a Subito.it, questa piattaforma a mio parere andrebbe utilizzata solo per le vendite di persona, mai e poi mai come eBay (prima pago, poi mandi) perché
a) non offre un meccanismo di feedback per capire se il venditore ha trascorsi più o meno buoni
b) non offre un sistema di pagamento con un minimo di tutela verso chi paga
Non importa se le foto sembrano autentiche (nella loro “amatorialità”, magari), non importa addirittura se avete avuto un contatto telefonico con una persona che sembrava squisita, onesta, alla mano…Se di fronte alla proposta “Possiamo vederci di persona per la consegna?” ottenete un rifiuto di qualunque natura, lasciate perdere. Ve la dico tutta: se abitate a Siracusa e il venditore è a Roma, inventategli che la prossima settimana sarete nella sua città per lavoro e sarebbe grandioso approfittare dell’occasione, così da risparmiare (lui o voi) le spese di spedizione. Vedete cosa vi risponde e regolatevi di conseguenza.
3. “Mi sono trasferito in Costa d’Avorio/Marocco/qualunque altro paese…”
Ecco, mandatecelo direttamente a quel paese e non dategli un soldo. Inutile dilungarmi, visto che è la solfa pluriutilizzata dai truffatori più noti ai lettori di questo blog.
4. “Ti ho pagato! Uhm, però c’è una tassa per sbloccare il bonifico, dannato governo!”
Vedi sopra, è il degno seguito. La tassa da pagare è ovviamente una scusa per farvi scucire soldi (che “ti verranno restituiti!”…seee, come no) per poter sbloccare un bonifico o qualunque altra forma di pagamento (incluso Paypal!) che il truffatore millanta di aver già fatto, per poi scoprire che il [governo/altro ente] ha messo il veto per [motivo qualunque]. C’è chi dice di averne già pagato metà e che tutto si bloccherà quando voi pagherete l’altra, così da illudervi ulteriormente della bontà della faccenda.
Devo per forza specificare che non c’è alcuna tassa, alcun governo e, soprattutto per voi, alcun pagamento fatto…?
5. “Per pagarti/spedirti la merce, devi mandarmi il tuo documento. Ecco il mio…”
Se è prassi sui set dei film per adulti scambiarsi le analisi del sangue per verificare non si abbiano malattie veneree, sono sempre stato affascinato da questo tentativo di stabilire se uno sia o meno onesto mandando un documento.
L’inganno si basa su un principio di reciprocità: se lui mi manda il suo (toh, guarda quanto è onesto!) io gli mando il mio. Peccato che il tuo sia certamente reale, il suo no. Ma tu dai per scontato lo sia, altrimenti che senso avrebbe?
In più, se il documento è di una persona della tua stessa nazionalità, che magari millanta di essersi trasferita in Costa d’Avorio o altra parte del mondo (vedi sopra), ci si fida ancora di più perché con essa si crede di condividere valori, tradizioni e quant’altro. Ecco perché moltissimi truffatori si fanno mandare i documenti delle persone truffate (prima che esse capiscano di esserlo, è chiaro), creandosi un bel database a cui attingere al momento giusto…
Un caso analogo è quello narrato nell’articolo “Il phishing del casellario giudiziale“.
6. “Non posso farti un’altra foto dell’oggetto perché…uhm…è contro la mia religione
Avete dubbi sull’acquisto di un oggetto? Chiedetegli una foto. Un dettaglio qualunque, anche insignificante. Citando un aneddoto narrato nel mio articolo “Il venditore non risponde su Subito.it, eBay o Kijiji? I 5 motivi principali“…
<< Un ragazzo appassionato di antiquariato una volta mi ha raccontato di come fosse interessato a un armadio di inizio ‘900 ma non abitando nella stessa città del venditore gli aveva chiesto la cortesia di avere qualche foto di alcuni dettagli, così da valutarne l’autenticità. Sai com’è, se in un reperto dell’antico Egitto trovi del silicone qualche domanda te la poni 😉 Risultato: all’inizio il venditore non risponde. Poi lo fa, ma temporeggia. Un giorno, cinque giorni, una settimana. Che ci vuole a fare due foto col cellulare? Niente. Quindi o non ha tutto questo interesse per vendere (male) o c’è qualcosa sotto (malissimo). In un caso o nell’altro, ti consiglio di toglierci mano. La fregatura e/o la frustrazione sono dietro l’angolo. >>
7. “Lo compro! Allora, ti mando 10 euro in contanti in busta chiusa, poi appena li ricevi ti faccio un bonifico del resto”
Giuro che è capitato. Lo prendo come spunto per mettere in guardia contro tutti quei pagamenti che, già dalle modalità, appaiono poco trasparenti. Se foste un negoziante e uno venisse da voi per ritirare della merce dicendovi che i soldi per pagare vi aspettano dentro il tombino duecento metri più avanti voi gli vendereste qualcosa?
8. “Ecco l’IBAN, pagami con bonifico, è sicuro per tutti e due!”
Certo…una volta. In passato IBAN = conto in banca = intestatario reale = se succede qualcosa so con chi prendermela. Oggi invece anche le carte prepagate hanno un IBAN da utilizzare per ricevere bonifici, quindi è facile far credere che esso si riferisca a un conto corrente quando non lo è affatto, mentre magari si riferisce a una carta farlocca e/o intestata a qualcun altro.
Vi invito alla lettura di questo articolo su eBay Abuse che spiega come distinguere gli IBAN delle carte prepagate. Con ciò non voglio dire che tutte le transazioni verso questi IBAN sono anticamere di truffe (buona parte lo è) ma di sicuro meritano un approfondimento, fosse solo con una domanda diretta al venditore. Se questi continua ad affermare che si tratta del proprio conto corrente personale, beh…
9. “L’oggetto è disponibile! Sia per te, che per te, che per te…per tutti!”
Se un oggetto è disponibile per te e stai già definendo la transazione ma poi, magari inviando una seconda email da un altro account, è ancora disponibile, è meglio toglierci mano.
Cosa ho dimenticato?
Come ho già accennato, lungi da me poter fare una lista esaustiva di tutti gli elementi da considerare per essere cauti negli acquisti online, in assenza di un meccanismo di feedback o altre forme che attestino o meno la lealtà di un venditore/acquirente. Se ne avete altri da suggerire, scrivetelo pure nei commenti…gli articoli migliori e più utili sono scaturiti dalla collaborazione tra tutti i lettori, un fenomeno tanto affascinante quanto entusiasmante! “
Torino 27 marzo 2017

031 – L’etica a corrente alternata della Rai

NON PARLIAMONE PIU’ … SABATO. La trasmissione di RAI UNO condotta da Paola Perego è stata soppressa dopo lo scivolone sulle donne dell’Est Europa. Peccato, perché era forse la più garbata trasmissione di Rai Uno che, tra l’altro, nella penultima puntata, si era occupata in modo simpatico ed efficace di truffe affettive e cybercrime, anche grazie ai servizi di validi collaboratori come Furio Busignani.
Effettivamente l’ultima puntata è stata un po’ troppo densa di luoghi comuni ma, considerando il livello medio delle nostre tv, non certo la peggiore.
La colpa ? Quella di aver pescato dal web un articolo definito “satirico” e di averlo riproposto come tema serio : un elenco (non veritiero) di come sarebbero le donne dell’Est .
In fondo, uno spaccato (vero) di quali siano i sogni di un certo tipo di maschio italiano, ancora e sempre gli stessi ma, in questo caso, troppo idealizzati per poter corrispondere a realtà.
Quasi uno “scherzo” , qualcosa che non è pienamente sovrapponibile al fenomeno reale che pure esiste ed è molto sfaccettato.
In realtà l’argomento è stato male affrontato, anche grazie alle troppe frasi maschiliste pronunciate da alcuni ospiti in trasmissione che, purtroppo, la Perego non è riuscita a contenere.
D’obbligo alcune domande: era davvero il caso che il mondo politico sollevasse un tale polverone ed era davvero il caso di chiudere la trasmissione? Come mai, nonostante la mediocrità e il trash imperino nei palinsesti televisivi ormai da decenni, nessuno si preoccupi da altrettanto tempo di ciò che succede in tv, risvegliandosi solo ora in un contesto che non assume l’aspetto di gravità?
Siamo forse all’inizio di un nuovo corso della tv italiana che ha scelto la povera Perego come vittima sacrificale? Se è davvero così , dovremmo allora aspettarci sorprese di grande qualità nelle trasmissioni più seguite nei nostri pomeriggi…
L’ impressione è che la conduttrice si sia trovata invece travolta da qualcosa di molto più grande di lei, di cui non si capiscono fino in fondo le logiche perché se ne è troppo distanti. Qualcosa che, inesorabile, finisce sempre per colpire solo i pesci piccoli che, da un momento all’altro, beffati, si ritrovano in difficoltà, senza fonte di reddito e con la preoccupazione di doversi rimettere in gioco per sbarcare il lunario.
E… gli alti papaveri di mamma Rai?
TORINO 24/03/2017